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Cheratocono e Cross Linking Corneale


Il Cross Linking Corneale

Il cross linking corneale rappresenta oggi l’unica metodica efficace nel bloccare l’evoluzione del cheratocono. Solo questa procedura agisce sui meccanismi di base responsabili della patologia corneale. La causa infatti del cheratocono risiede in una perdita di resistenza del tessuto corneale ed il cross linking agisce rinforzando la struttura della cornea. Si tratta di un intervento estremamente semplice, minimamente invasivo e con rarissime complicanze. Da quando è entrato in uso il cross linking, i casi di cheratocono destinati al trapianto di cornea si sono notevolmente ridotti.

Cross linking corneale

La procedura prevede l’esposizione della cornea ad una radiazione ultravioletta insieme alla somministrazione di Vitamina B2. In questo modo si vengono a creare una serie di reazioni chimiche sulla cornea atte a rinforzare la struttura del tessuto. Le fibre di collagene, che costituiscono lo scheletro della cornea, si uniscono fra di loro grazie alla formazione di legami chimici crociati. In tal modo, le molecole strutturali assumono la forma di una rete, dando maggior resistenza allo sfiancamento del tessuto.

Molecole strutturali a rete

Studi sperimentali hanno dimostrato che tale trattamento può aumentare la resistenza di una cornea umana malata di cheratocono di circa 300 volte. Attualmente il cross linking corneale rappresenta l’unica cura con dimostrata efficacia per bloccare o nei casi più gravi almeno rallentare l’evoluzione della malattia.

Proprio per questo motivo il cross linking deve essere effettuato il più precocemente possibile. Non appena si sia fatta diagnosi di cheratocono e si sia sicuri che questo sia in una fase evolutiva, è indicato procedere con il trattamento.

Al contrario, dove si sia altrettanto sicuri che il cheratocono si sia stabilizzato il cross linking non risulta di nessun aiuto. Il cross linking trova quindi indicazione nelle prime fasi del cheratocono e la sua funzione è quella di evitare che la malattia progredisca oltre, determinando una comparsa di una miopia ed astigmatismo sempre più gravi e sempre più difficilmente correggibili.

Nelle fasi più avanzate della malattia dove vi siano già cicatrici corneali, o dove il tessuto corneale si sia già troppo assottigliato e deformato trovano indicazione altri interventi più invasivi come l’applicazione di anelli intrastromali o per ultimo il trapianto di cornea. Si intuisce quindi come oggi, sempre di più sia importante, grazie all’ applicazione del cross linking, fare una diagnosi il più precoce possibile di cheratocono. In questo modo i casi destinati al trapianto di cornea potrebbero in un prossimo futuro non esistere più.



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