Trieste 347 8703586
San Vito al T.(PN) 347 8703586



Cheratocono: altri interventi possibili


Altri interventi per il cheratocono

La cura del cheratocono può essere intesa sotto 2 aspetti. In primo luogo fermare la causa della malattia e quindi la debolezza del tessuto corneale che ne determina il suo sfiancamento. In secondo luogo la correzione del difetto visivo causato dal cheratocono che determina la perdita di una visione nitida.

Per quanto riguarda il primo punto il cross linking corneale rappresenta oggi l’unica cura del cheratocono in grado di agire sulla causa della malattia e di bloccarne la progressione. Per quanto riguarda invece la correzione del difetto visivo questo dipende dalla gravità della situazione. Nelle forme molto iniziali la persona potrebbe anche non presentare alcun difetto visivo. Successivamente può comparire una miopia e/o un astigmatismo che si possono correggere con un occhiale o una lente a contatto morbida.

Con il progredire della malattia spesso le correzioni con occhiali o con lente a contatto morbida non risultano più efficaci ed è necessario ricorrere ad una lente a contatto semirigida o gas permeabile costruita da un’ottico esperto su misura per il paziente. Capita spesso però che, dopo molti anni, o per un aggravamento della patologia, o per un uso troppo prolungato delle lenti semirigide, la persona sviluppi una intolleranza alle lenti a contatto. In questi casi non resta altra soluzione che ricorrere alla chirurgia. La chirurgia del cheratocono in queste fasi può riassumersi principalmente in due procedure: gli anelli intrastromali o il trapianto di cornea.

Gli anelli intrastromali sono costituita da 1 o 2 semianelli di polimetilmetacrilato (PMMA) ultrasottili e trasparenti che vengono inseriti all’interno dello spessore corneale. La loro funzione non è quella di arrestare il cheratocono ma di regolarizzare la superficie della cornea migliorando quindi la miopia e l’astigmatismo.

Anelli cheratocono

La loro indicazione è quindi per quei casi in cui il cheratocono si sia già spontaneamente stabilizzato o sia stato stabilizzato da un trattamento di cross linking corneale. In questi casi, se la visione non sia corretta in maniera soddisfacente né con occhiali né con lenti a contatto o sia sopraggiunta una intolleranza alle lenti a contatto, gli anelli intrastromali rappresentano la scelta ideale se si vuole evitare un trapianto di cornea.

In tutti gli altri casi di patologia avanzata, dove non sia possibile migliorare la visione in altro modo, il trapianto di cornea rappresenta l’unica possibilità. La cornea malata viene asportata nella sua porzione centrale a tutto spessore per un diametro di 8 millimetri e viene sostituita con una cornea sana e trasparente di un donatore. Oggi queste cornee sono più facilmente reperibili rispetto ad anni fa grazie alle Banche degli Occhi. Tale intervento prende il nome di cheratoplastica perforante.

Cheratoplastica perforante

Dove è possibile si può trapiantare solo un strato della cornea e non tutto lo spessore. Tale tecnica prende il nome di trapianto lamellare o cheratoplastica lamellare anteriore che a sua volta può essere semplicemente anteriore (ALK) o anteriore profonda (DALK). In questo modo si riducono i rischi e le complicanze postoperatorie, in particolare il rigetto.

Esistono poi altre tecniche incisionali o fotoablative rivolte alla correzione dell’astigmatismo irregolare che si presenta nel cheratocono. Le tecniche incisionali come la ARK o la mini ARK prevedono delle incisioni sulla cornea eseguite con un bisturi precalibrato. Le tecniche fotoablative vengono invece eseguite con il Laser ad Eccimeri, lo stesso Laser che si utilizza per il trattamento della miopia semplice e dell’astigmatismo regolare.

In questo caso però i trattamenti sono personalizzati in modo da rendere la cornea più regolare e a ridurre il difetto visivo. Secondo la maggior parte degli studiosi della materia però tutte queste tecniche sono sconsigliate in quanto vanno ad indebolire ulteriormente un tessuto già di per se debole e possono determinare risultati instabili ed imprevedibili.

Attualmente quindi l’unica metodica che esplica la sua azione sulla cura del meccanismo all’origine del cheratocono è il cross linking corneale. Si tratta della procedura più semplice, meno invasiva e l’unica risolutiva del meccanismo patogenetico alla base del cheratocono. Molto importante è però che venga effettuata nelle prime fasi della malattia in modo da arrestare e stabilizzare il processo patologico prima che possa aver determinato delle conseguenze sulla visione difficilmente correggibili.

Anche in questo caso, come per la maggior parte delle patologie evolutive, lo screening ed una approfondita visita sono la base per una diagnosi appropriata e precoce di un patologia che oggi, grazie alle nuove tecniche, può essere sconfitta sul nascere.



Vuoi una soluzione personalizzata ai tuoi problemi di vista?

Contattami ora, inserisci il tuo nome, cognome, indirizzo email e le altre informazioni.