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Come convincere il bambino a mettere gli occhiali?


Bambini: non vogliono proprio questi occhiali?

“Ecco cosa consiglio ai genitori per aiutarli a convincere i figli ad indossare gli occhiali.”

Bambini: occhiali senza drammi

Come fare nel caso in cui il medico oculista ha prescritto al vostro bambino di portare degli occhiali e lui fa difficoltà?

Gli occhiali per i bambini rappresentano un elemento di "disturbo" nella vita quotidiana e nell’immagine che hanno di se stessi e alcune volte per un bambino il fatto di dover indossare gli occhiali può trasformarsi in un grande problema.

Il rischio maggiore è che il bambino, già titubante, colga anche nei genitori un "dispiacere", una difficoltà ad affrontare una situazione che in qualche modo contrasta con l’idea ed il desiderio di un figlio bello e senza difetti. Sono sentimenti comprensibili, ma che devono essere razionalizzati.

Concentrarsi sul raggiungimento di un solo obiettivo: la salute e la serenità del piccolo

È assolutamente necessario mettere da parte i nostri complessi, le nostre esperienze, il nostro vissuto e concentrarsi sul raggiungimento di un solo obiettivo: la salute e la serenità del piccolo. Lavoriamo quindi innanzitutto su noi stessi evitando di lasciar trapelare i nostri sentimenti di disagio, se ci sono, e poi proviamo ad esortare il bambino ad essere “amico” degli occhiali con un po’ di impegno e magari con l’aiuto di qualche… trucco.

Normalmente l’uso degli occhiali crea un disagio o un complesso nei bambini più grandi, ma anche con i più piccoli può sopraggiungere la necessità, da parte dei genitori, di fornire le dovute motivazioni a questo piccolo “sconvolgimento” della realtà infantile. Ogni cambiamento, infatti, richiede una spiegazione e gli occhiali sono sicuramente un mutamento per il bambino che, improvvisamente, vede “disturbata” da un corpo estraneo l’immagine che finora ha avuto di sé.

È opportuno quindi rassicurarlo del fatto che la variante ha toccato soltanto l’aspetto esteriore delle cose ma non certo l’affetto e l’amore che i genitori hanno nei suoi confronti. Fino ai sei anni di età, infatti, il disagio del bambino è limitato al suo rapporto con il proprio immaginario ma il fatto di dover portare gli occhiali non viene da lui percepito come una menomazione, anzi se il deficit è di una certa entità, in qualche occasione della giornata potrebbe fare richiesta egli stesso di quello che è diventato per lui il mezzo per meglio interagire con gli oggetti del suo mondo.

Nei bambini più grandi, invece, il problema è più complesso, poiché nella maggior parte dei casi è generato dal confronto con i coetanei e dal percepire la propria immagine come "diversa" da quella degli altri. Il disagio è poi amplificato quando interviene la proverbiale "crudeltà" infantile, quella che, appunto, fa prendere in giro il compagno di scuola con gli occhiali. Ancora più avanti intorno agli undici, dodici anni la tensione aumenta essendo questa l’età in cui iniziano i rapporti, seppure infantili, con l’altro sesso. Dopo i sei anni, dunque, il percorso è tutto in salita ed il motivo è chiaro: fino alle scuole elementari per i bambini conta soltanto l’opinione dei propri genitori. Sentirsi accettati da loro equivale ad essere accettati da tutto il mondo. In seguito però le cose cambiano ed il giudizio degli altri comincia ad essere determinante.

Innanzitutto è importante che, attraverso le comunicazioni di affetto, il bambino venga rassicurato del fatto che ci si sente orgogliosi che lui porti gli occhiali senza troppi capricci e che il cambiamento della sua immagine non influisce in alcun modo sul rapporto d’amore che lega i suoi genitori a lui.

È poi importante che non ci siano ferree imposizioni ma, piuttosto un’abitudine graduale del bambino agli occhiali e, soprattutto, è necessario un atteggiamento di coerenza: si deve essere determinati nel far capire al piccolo l’importanza delle lenti.

Se i genitori sono già portatori di occhiali, poi, la “fatica” è in genere minore, dato l’istinto spontaneo che i bambini hanno di imitare i grandi. Nel caso opposto, ed in situazione di particolare opposizione può essere utile che uno dei due o entrambi i genitori decidano anche loro di indossarli, magari con lenti neutre o da sole.

Sempre giocando sullo spirito di emulazione, si può ricorrere a dei paragoni positivi dicendo ad esempio che un tal personaggio famoso che il bambino adora ha portato gli occhiali quando aveva la sua età o che con gli occhiali sul naso assomiglia molto ad un suo idolo televisivo.

Altra possibilità è quella di convincere pian piano il piccolo del fatto che gli occhiali sono suoi amici perché gli permettono di vedere meglio i suoi cartoni animati preferiti.
È importante anche giocare sul fattore tempo, spiegando al bambino che non dovrà portare gli occhiali per sempre ma solo fin quando sarà “guarito”.

Quest’ultima rassicurazione è efficace soprattutto per i ragazzi intorno ai 10-12 anni, perché hanno una esatta percezione del tempo. La promessa di mettere le lenti a contatto quando andrà alle scuole superiori, ad esempio, può essere una buona tattica per far accettare con più serenità il fastidio che c’è, è vero, ma in compenso è di breve durata.
Non dimentichiamo poi di utilizzare montature adeguate all’età.

Sempre nel rispetto delle esigenze mediche e ottiche, prioritarie nella scelta dell’occhiale, cerchiamo di invogliare il bambino con montature che gli piacciono o che magari lo facciano sentire uguale al suo beniamino televisivo. Ricordiamo che i bambini seguono delle “mode” diverse dalle nostre e che probabilmente preferiranno l’occhiale con il marchio di Harry Potter a quello firmato da Valentino.

Ovviamente qualche momento di sconforto, in cui il piccolo reagirà male alla sua necessità di portare gli occhiali è da mettere in conto. Tenderà a perderli, dimenticherà di indossarli e li toglierà in ogni occasione. Ma questi gesti di rifiuto di solito durano soltanto poche settimane, poi, se il lavoro fatto sarà andato nella giusta direzione, darà i suoi frutti.

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